Wolfgang Amadeus Mozart, Wolfi, e la sorella Maria Anna, Nannerl, più grande di cinque anni, erano due bambini prodigio. Vivevano da sopravvissuti in una casa di Salisburgo da cui erano già uscite numerose piccole bare bianche. Su tutti regnava il padre Leopold, che aveva deciso che i suoi bambini sarebbero cresciuti nel culto della musica. Che lui amava intensamente e da cui si sentiva tradito. Tra quelle pareti, fredde e trascurate, la musica era allo stesso tempo il segno di un dolore acuto e la speranza dell'agognata ricchezza, oltre che occasione di riscatto sociale e personale. Leopold aveva in fretta capito che le doti che a lui erano mancate il destino le aveva riversate sui due figli. La musica gli avrebbe aperto i salotti delle più belle corti d'Europa. E lì Wolfi e Nannerl, “bambini abbigliati da adulti”, avrebbero trasformato in una promessa di felicità quello che per loro restava un gioco divertente e fantastico. Fu una ininterrotta stagione di successi e difficoltà, trionfi e disagi. Fino alla drammatica frattura e alla fine dell'intenso legame.
Italo Moscati racconta da par suo il “romanzo prodigioso” di due bambini di eccezionale talento, cui la sorte riservò esistenze molto diverse, dopo l'infanzia magica vissuta insieme nella felicità della musica.