Oltre allo splendido poemetto omonimo (scritto nel 1958), “La libellula” raccoglie alcuni fra i testi fondamentali di Amelia Rosselli, uno dei massimi poeti italiani (1930-1996).
Come scrive Pier Paolo Pasolini nel saggio che accompagna la presente raccolta: “La lingua di Amelia Rosselli è dominata da qualcosa di meccanico: emulsione che prende forma per suo conto, come succede per gli esperimenti di laboratorio più terribili, dominati solo scientificamente, ma non nei sintomi della terribilità, in quel loro accadere ormai oggettivo. Sicché il magma – la terribilità – è fissato in forme strofiche tanto più chiuse e assolute. Raramente mi è accaduto di imbattermi in una poesia, così potentemente amorfa, così oggettivamente superba”.
Uscito nel 1996, “La libellula” viene ora riproposto in una nuova edizione arricchita da una serie di testi autobiografici (tra cui “Diario ottuso”), che ripercorrono la drammatica parabola esistenziale di Amelia Rosselli, conclusasi con il suicidio.
Una nota biografica e un’appendice iconografica sulla poetessa completano il volume.