Il grande ritorno di Gipi, tre anni dopo Una storia, è un lungo romanzo a fumetti che rinuncia in partenza a colori, didascalie, voci fuori campo. Solo dialoghi e silenzi, il tempo che scorre senza ellissi, per raccontare in bianco e nero una storia che va dritta al cuore.
Gipi racconta e disegna la visione di un imprecisato futuro post catastrofe che è lo specchio esasperato del nostro presente. La fine della civiltà è arrivata, non sappiamo come. L’aria è piena di mosche, l’acqua di cadaveri e di veleni. Un padre e due figli ragazzini sono tra i pochi superstiti: la loro esistenza, in una baracca in riva al lago, è ridotta a lotta quotidiana per sopravvivere. Non c’è più società, ogni incontro con gli altri è pericoloso. Il padre scrive qualcosa su un quaderno, ogni sera, e i figli vorrebbero imparare a leggere, per sapere qualcosa del passato e della loro madre. Ma lui non vuole…
Non è fantascienza: in questi futuri paesaggi desolati, ancora una volta Gipi ci parla di noi. Di padri e figli, di uomini e donne, di predatori e prede. Del mistero della natura umana, così inspiegabilmente capace di amore e odio, di avidità e generosità, di bellezza e ferocia. Scomparse le maschere della civiltà, tolto tutto il superfluo, resta la storia essenziale, incalzante, avvincente di un padre e di due ragazzini che si chiedono chi sono e cercano il loro posto nel mondo. Una storia densa di domande, delle domande che ci facciamo tutti: perché il cuore degli altri è un segreto.